Conclusione campagna “DIRITTO A RIMANERE NELLA PROPRIA TERRA”

Conclusione campagna “DIRITTO A RIMANERE NELLA PROPRIA TERRA”

SI CONCLUDE LA CAMPAGNA “DIRITTO A RIMANERE NELLA PROPRIA TERRA”. Anche la nostra Diocesi è stata coinvolta da questa importante iniziativa di cooperazione missionaria con la realizzazione del Centro Medico “Maria-Maleng” (Santa Maria) a Pajule nel nord Uganda, nell’Arcidiocesi di Gulu. 

SONO 65 MILIONI LE DONNE, GLI UOMINI E I BAMBINI IN FUGA da guerre, persecuzioni, povertà estreme. 65 milioni di persone costrette a lasciarsi alle spalle la terra in cui sono nate e cresciute, in cui speravano di costruire il loro futuro. Al dramma delle storie che lasciano, si aggiunge l’incognita del viaggio per raggiungere “lidi” più sicuri, dove sul panno verde dell’azzardo con il destino si punta la posta più alta, quella della vita. Secondo gli ultimi dati dell’UNHCR, solo nel 2016, oltre 5 mila anime sono state sommerse dai flutti del Mediterraneo, diventato un enorme cimitero a cielo aperto, anime che seguivano la chimera della libertà, di un’esistenza più sicura. 

In questa cornice frammentata, fatta di vite spezzate, si è inserita l’iniziativa giubilare della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione di mille MicroProgetti nei Paesi di origine dei richiedenti asilo e rifugiati; proposta di speranza che, in occasione del Giubileo della Misericordia, gli organismi Caritas Italiana, Focsiv e Missio hanno rilanciato nella Campagna “Il diritto di rimanere nella propria terra”, una risposta concreta ai ripetuti appelli lanciati da Papa Francesco, per non cadere «nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge». 

MA COSA SI INTENDEVA PER DIRITTO A RIMANERE NELLA PROPRIA TERRA? Nel corso del 2015, il Vecchio continente aveva accolto solo un sessantesimo degli oltre 60 milioni di persone in fuga per la salvezza, una cifra quindi per lo più irrisoria, che dovrebbe dissolvere i terribili spettri dell’invasione extracomunitaria, paventata dai maître à penser vestiti di infondata xenofobia. La Campagna giubilare, che si è formalmente conclusa lo scorso novembre in concomitanza con la chiusura dell’Anno Santo, ha costituito invece un terreno fertile per far crescere i germogli seminati dall’enciclica “Laudato si'” di papa Francesco; nell’enciclica, il magistero della Chiesa configura l’impegno a promuovere uno sviluppo umano integrale centrato sulla cura della persona e del creato, sulla dignità umana, dove la solidarietà e la fratellanza universale rappresentano la condizione imprescindibile, il vero motore del cambiamento. 

Infatti, le azioni della Campagna sul diritto a rimanere «hanno cercato di sostenere le capacità delle comunità locali di darsi prospettive di vita dignitosa, consapevoli che occorre agire anche a livello politico per contrastare le cause strutturali delle migrazioni involontarie e per scopi legittimi di rispondere a speranze di vita migliori. Ciò significa partecipare al dibattito pubblico per una maggiore consapevolezza sulle cause delle migrazioni e per una politica più responsabile, coerente ed efficace» 

FINISCE LA RACCOLTA FONDI DEDICATA, MA CONTINUA L’ATTIVITÀ DI REALIZZAZIONE DEI MICRO-PROGETTI DI SVILUPPO DA PARTE DI CARITAS ITALIANA E SOPRATTUTTO L’AZIONE EDUCATIVA. I temi continueranno a valorizzare esperienze di cooperazione internazionale e missionaria, rapporti solidali, formazione, animazione, sensibilizzazione nelle comunità locali oltre a proporre una riflessione socio-pastorale. 

LA CAMPAGNA SI È REALIZZATA DURANTE L’ANNO GIUBILARE suscitando un grande interesse nelle diocesi, comunità, parrocchie, Centri missionari con iniziative ancora in atto: l’impegno, quindi, per sostenere tale diritto continua a rimanere una priorità su cui Caritas Italiana, Missio, Focsiv e le comunità cristiane lavoreranno, coniugandola al diritto alla mobilità fondato sulla libera scelta e su modelli di sviluppo umano integrale, con modalità e iniziative che verranno definite nel corso del 2017. 

LA CAMPAGNA GIUBILARE HA VISTO LA MESSA IN OPERA di circa 480 microrealizzazioni finanziate (con un impegno economico di circa 2 milioni e mezzo di euro) e implementate a livello centrale in 60 Paesi e in 213 diocesi, e ben oltre mille realizzazioni complessive, considerando quanto promosso direttamente da diocesi e parrocchie in Italia e lungo le rotte di emigrazione come quella balcanica, grazie anche al contributo di molte Caritas diocesane, Centri Missionari diocesani, Ong della Focsiv e singoli offerenti. I MicroProgetti, in particolare nel corso dell’Anno Santo, hanno quindi rappresentato per migliaia di persone in difficoltà delle “scialuppe di salvataggio” che hanno navigato grazie alla bussola dei due verbi utilizzati da Papa Francesco al numero 207 della “Evangelii Gaudium”: «occuparsi creativamente e cooperare con efficacia». 

 

 

 

 

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