DA 20 ANNI IN COSTA RICA: LA FAMIGLIA CHERUBINI RACCONTA
Vent’anni fa, il 14 luglio 1995, cominciava il nostro viaggio verso un paese dell’America Centrale: Costa Rica. Non era un normale viaggio turistico di andata e ritorno verso un paese esotico dalle innumerevoli meraviglie naturali, ma un viaggio verso la nostra seconda patria. Non sarebbe stato un viaggio di piacere tra le onde oceaniche, ma un viaggio in cui ci saremmo lasciati portare dalle onde di un mare particolare. Quel giorno, all’aeroporto, tra lacrime, saluti e tanta voglia di scoprire che cosa ci aspettava, ci lasciammo indietro anni di vita e di storia: da quel giorno sarebbero state le “nostre origini”. Io, mia moglie, i nostri figli, tutti insieme verso la destinazione preparata da Dio chissà da quanto tempo. Il 12 dicembre dell’anno precedente, nell’aula Paolo VI, per mano di Giovanni Paolo II, oggi San, avevamo ricevuto la croce missionaria insieme ad altre duecento famiglie come noi, e inviati come famiglia in missione in Costa Rica. Quel giorno tutto si era svolto rapidamente, arrivati da Porto San Giorgio e riunitici con i nostri figli ci avevano portato a San Pietro per questo incontro con il Santo Padre. La fantasia, il sogno e la realtà si confondevano, ma era chiaro che da quel momento le nostre vite non sarebbero più state le stesse; soprattutto quelle dei nostri quattro figli, dai 3 agli 11 anni. I mesi successivi ci sarebbero serviti per renderci conto che era tutto vero, che a questo punto dovevamo prendere una decisione e andare avanti senza voltarci indietro. Perché il Signore aveva posto il suo sguardo su di noi? Misteri della fede. Cominciava il momento più difficile: affrontare le famiglie, il lavoro, Quei legami affettivi che possono condizionare le decisioni di una persona fino al punto di renderla cieca, il dubbio ossessivo e la domanda: “che diritto avete di portare via questi poveri bambini? non pensate al loro futuro? che genitori incoscienti siete?”. Eppure la decisione era presa, non solo la nostra, ma quella del Signore Dio, e tutto è andato avanti senza che nessuno potesse fermare il suo piano. Oggi, a vent’anni di distanza, mi guardo indietro e dico: “Benedetto sia il Signore, che nonostante le mie colpe si è degnato di scegliere me e la nostra famiglia per portare avanti questo progetto per annunciare l’avvento del Regno dei cieli.” Un pensiero speciale, ma soprattutto una gratitudine immensa, verso tutti coloro che in vari modi ci hanno aiutato, incoraggiato e si sono fatti carico di situazioni concrete per permetterci di seguire la nostra strada. Non sarebbe stato possibile (e non lo sarebbe tutt’oggi) se tanti altri non avessero visto in questo la volontà del Signore Dio. Che Dio ricolmi di beni, loro e loro famiglie. Un grazie altrettanto speciale ai nostri figli, di cui sono orgoglioso per la loro fede.
Maurizio Cherubini