Risposta all’articolo di Vittorio Feltri
Nel nostro piccolo vogliamo rispondere all’articolo del 12 luglio 2017 del Direttore di Libero Quotidiano, il Dott. Vittorio Feltri.
Egregio Dott. Feltri,
ho letto con attenzione il suo editoriale apparso oggi su Libero Quotidiano e non nascondo il dubbio se la sua sia un cruda provocazione oppure il suo vero pensiero.
Nel primo caso la ringrazio perchè ha acceso una luce sul problema della corruzione negli stati africani, corruzione che abbraccia i rami alti dei governi, spesso dittature, e che fanno comodo tanto ai leader locali quanto alle multinazionali che deturpano e derubano di materie prime il continente africano. Inutile discutere, ritengo, sugli addentellati tra le multinazionali dell’energia e i governi dell’occidente opulento che non ha mai rinunciato alla sua smania coloniale. Ha semplicemente cambiato maschera.
Se dovessimo ragionare con il metro della corruzione, allora anche l’Unione Europea dovrebbe espellerci a calci nel sedere giacchè proprio la corruzione, l’evasione fiscale e il malgoverno sono due elementi che rallentano la crescita del nostro Paese a discapito di una crescita globale Europea.
Sono certo che le saranno note le carenze infrastrutturali del nostro Paese causate proprio da un colonialismo interno foraggiato da corruzione e malaffare (viadotti che crollano, ospedali che chiudono o che sono inagibili, scuole fatiscenti, ferrovie e trasporti in genere al collasso). Anche noi abbiamo i nostri raìs, i nostri capi clan, i nostri padrini e caporali.
Lei è troppo acculturato per dimenticare due secoli di colonialismo occidentale in Africa.
Quindi, se la sua è stata una provocazione ritengo che sia doveroso applicarla anche al nostro Belpaese che costringe i giovani al capestro dei contratti atipici, all’emigrazione per guadagnare il giusto salario e a morire come le formiche in un grattacielo in fiamme!
E non dimentichiamo le baronie nelle università.
Oppure, dimentica che lo Stato succhia il 45% dei guadagni di una piccola o media impresa mentre salva i grandi capitali e i grandi capitalisti.
Ora, la prego, resista alla tentazione di darmi del “comunista”…è un’accusa che sa di aria fritta!
Ma, se Lei invece, pensa davvero quello che scrive allora mi permetto di dirle che ha ragione sul fatto che la gestione dei flussi migratori è un problema, ma le chiedo: chi lo gestisce? Non sarà che c’è del malaffare anche nella cultura tutta italiana dell’emergenza? Perchè, lei lo sa bene, risolvere un problema vuol dire chiudere dei capitoli di spesa mentre restare nell’emergenza lascia canali e fiumi di denaro aperti.
Ammettendo gli evidenti problemi di corruzione nei paesi africani, mi permetto di portarle ad esempio ciò che la Diocesi di Nardò-Gallipoli sta realizzando, nel suo piccolo in nord Uganda, nel Distretto di Pader, a Pajule. Non la tedio con l’elenco, faccio appello alla sua pazienza se vorrà scorrere la nostra pagina FB o dare uno sguardo al nostro sito internet. Stiamo creando opportunità di lavoro, e sta funzionando e se uno sta bene a casa sua, non va via!
Lo diceva sempre mio nonno, emigrante come migliaia di italiani nel passato.
Le persone lavorano e duramente, vengono pagate con un giusto salario.
La sa una cosa? Nel nostro Centro Medico, dove lavorano due infermiere, le medicine si vendono e la gente le compra perchè ha imparato che curarsi è un dovere. Naturalmente agli indigenti le cure sono offerte gratuitamente. Lo sa chi ha insistito perchè i medicinali fossero in vendita? Proprio le autorità locali insieme ai sacerdoti cattolici ugandesi con cui lavoriamo.
Perchè non viene con noi, qualche volta?
Certo, io sono un semplice prete lontano dai grandi meccanismi della geo politica e dell’economia, ma allo stesso tempo mi permetto di dirle, con tanto rispetto, che il suo intervento sa tanto di populismo, di chi vuole stimolare la pancia del popolo già esasperato dalla corruzione e dai problemi del nostro Paese e si sa, quando stimoliamo la pancia, non è che esca materia profumata.
Lei ha una grande responsabilità come direttore di una testata giornalistica, la prego, non fomenti rabbia o odio, ma aiuti le persone a cercare le ragioni profonde dei disagi. Lei sa bene che all’occidente conviene mantenere l’Africa ad un livello di sottosviluppo mancando scuole, ospedali e tutto il resto.
Sa bene che l’uomo spesso è avido e si fa comprare ed è quello che accade in Africa: c’è un’offerta ed una risposta. Oppure c’è una domanda ed ecco l’offerta. Di fatto nell’instabilità politica o nella repressione dei governo dittatoriali noi continuiamo a succhiare petrolio, coltan, olio di palma, legmame, eccetera e quando il dittatore di turno non ci va bene, facciamo scoppiare una guerra; non le viene il sospetto che sia così?
Non sarà arrivato il momento di fare una seria riflessione?
Le auguro ogni bene e buon lavoro.
Cordialmente.
Don Giuseppe Venneri
Vice Direttore del Centro Missionario
qui l’articolo in questione:
Vittorio Feltri: perché aiutare gli africani è un’idiziozia – da liberoquotidiano.it